Come pescare le trote in torrente: tecniche, attrezzature e segreti
La pesca alla trota in torrente è tra le discipline più longeve della storia alieutica. Non si tratta semplicemente di un’attività volta alla cattura della preda, ma coinvolge tutta una serie di rituali sensoriali: immergersi nella natura più pura, venire a contatto con un corso d’acqua negli angoli più reconditi e, soprattutto, rappresenta una grande sfida sportiva.
Si tratta di una pesca in ambienti spesso difficili, dove si può venire a contatto con prede come: la trota fario, la trota marmorata o la trota iridea di semina.
Questi pesci vivono in un contesto dove la lotta alla sopravvivenza è un problema quotidiano, sia per la scarsità di cibo, sia per i possibili attacchi di predatori come l’uomo o altri animali. Pertanto pescare le trote in torrente diventa una vera e propria sfida e rende la pesca una vera avventura.
Cosa è la pesca alla trota in torrente
Per pesca alla trota in torrente si intende solitamente la cosiddetta “pesca al tocco”: una tecnica tutta italiana, praticata sin dal dopoguerra, volta alla cattura delle trote con esche naturali.
Una tecnica alternativa che punta alla pesca alla trota in torrente è lo spinning, ma ci concentreremo su questa in un altro post.
Tornando alla pesca al tocco, per praticarla al meglio occorre solitamente possedere una canna teleregolabile dai 7 ai 10 metri.
Esistono anche lunghezze maggiori o minori, ma con una telescopica tra i 7 e i 10 metri, dotata di boccole teleregolabili, si pesca più o meno bene in molteplici circostanze.
Le boccole sono fasce in teflon, montate al livello dell’anellatura e nel calcio, che consentono di aprire la canna anche a lunghezze inferiori a quelle consentite nella massima estensione. Pertanto, una canna di 10 metri potrà essere impiegata anche a 8,50, 7, 6, 5 metri.
Il vantaggio di attrezzi di questo tipo consiste nel conferire all’attività di pesca la massima precisione nel sondare le buche, entrando a contatto con le trote proprio nei punti in cui si nascondono.
Oltre alla canna, bisogna acquistare un mulinello di piccola dimensione e una bobina coperta. Questi ultimi avranno il compito di fornire una riserva di filo durante il combattimento e di offrire eventuale supporto nel recupero. Infine, sono necessari: un monofilo in bobina fluorescente o di colore ben visibile, alcuni piombi da trota (pendolino, pallettone, spiralina), qualche corona da trota torrente e vari terminali da trota.
Montature per la pesca alla trota
Provando a semplificare: nella pesca alla trota in torrente, l’azione di pesca si svolge in salita verso il monte, esplorando il corso d’acqua palmo dopo palmo, alla ricerca di pesci nascosti tra gli anfratti. In generale si innescano su terminali (lunghi 20/40 cm) camole o lombrichi, dello spessore di 0,16/0,20, armati di ami del 6/10.
Lungo il filo madre si impiega anche un segnafilo, cioè un piccolo galleggiante, in grado di segnalare al pescatore l’effettiva profondità del corso d’acqua su cui si pesca.
A seconda della morfologia del torrente, della profondità o della tecnica per insidiare la trota, occorre realizzare una lenza apposita. Questa potrà essere scelta tra quattro varianti: a corona, a pallettone, a spiralina o a pendolino.
- La lenza a corona non è altro che una parte del filo da pesca sul quale disporre più pallini di piombo. La si utilizza per effettuare la “passata” in acqua corrente o nelle buche.
- Il pallettone è un pallino di piombo che solitamente pesa tra i 6 e i 15 grammi, fermato da una girella. Va impiegato per pescare a stretto contatto col fondo, per raggiungere anche le buche più profonde.
- La spiralina è una zavorra malleabile costituita da un cilindro in gomma su cui è avvolto del piombo. Si pesca radendo il fondo, con la spiralina che si muove su di esso. Tale movimento ha determinato il nome di “rodolon”, termine con cui spesso si indica questa pesca nel Nord Italia.
Pesca alla trota in fiume
In torrenti di portata notevole o in fiume si pesca con la tecnica del pendolino. Tale piombo ha la forma di un piccolo pendolo ed è solitamente plastificato, con varianti di grammature tra i 6 e i 20 grammi. Lo si utilizza quando la massa d’acqua del torrente o del un fiume impone di pescare in trattenuta, contrastando la corrente attraverso un piombo di buone dimensioni, che dia stabilità alla lenza stessa.
In questi casi può essere necessario pescare con canne un po’ più corte e più rigide, come per esempio una canna molto rigida da 6 metri o 7 metri.
Non si deve pescare perpendicolarmente alla buca, bensì lanciare e attendere con la canna in azione e il piombo a un’angolatura di 45° dal pescatore. Grazie a questa angolazione, il terminale (uno spezzone dai 70 ai 150 cm) potrà fluttuare liberamente, generando un richiamo irresistibile per via dei lombrichi, o delle camole, che si muoveranno in balia della corrente.
Segreti per la pesca alla trota in torrente
La lista dei segreti per la pesca alla trota in torrente non è molto lunga. Tuttavia ci sono alcuni punti fermi che il trotaiolo alle prime armi dovrebbe conoscere.
Il principale, innanzitutto, riguarda gli orari migliori per andare a pescare. Su questo punto ci sono due scuole di pensiero: alcuni pescatori indicano l’alba e il tramonto come le ore migliori per la pesca, altri asseriscono un’ottima performance nelle ore centrali della giornata.
Il segreto è notare il soleggiamento presente sul torrente: con sponde molto infrascate e poca luce sull’acqua, le ore calde sono da preferire a quelle fredde; con sponde senza arbusti e piane con il torrente che scorre al centro, bisognerà prediligere andare a pesca all’alba o al tramonto, evitando i momenti di sole alto.
Un altro segreto riguarda l’affrontare al meglio le stagioni. In inverno, con le sorgenti ghiacciate e temperature dell’acqua abbastanza rigide, le trote mangiano solo nelle ore più calde.
In primavera, quando la neve si scioglie e il livello delle acque tende a crescere, il torrente assume un colore biancastro che determina l’apatia delle trote. Bisognerà approfittarne al massimo di questa opportunità per ingannare le astute prede, intente a uscire dalle tane, alla ricerca di cibo.
In estate, con la siccità e le alte temperature, le trote soffrono la mancanza di acqua, per questo saranno molto sospettose e diffidenti. Durante questo periodo occorrerà affrontare i corsi d’acqua all’alba e al tramonto, risalendo verso il monte, pescando con camole, lombrichi o altri possibili insetti ritrovati lungo il torrente. Non ci sono invece segreti per l’autunno perchè la stagione della pesca alla trota in torrente termina a fine settembre e ricomincia a febbraio.
Adesso avete tanti spunti per iniziare o approfondire la pesca alla trota. Approfittate dell’apertura, sfoderate le attrezzature e incominciate alla grande una nuova stagione!
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