Come si usa uno slamatore: guida per slamare un pesce
Molto spesso si crede che pescare un pesce sia il principale problema dell’attività alieutica. In realtà, se ci pensiamo un attimo, scopriamo che oltre all’impegno necessario per catturare una qualsivoglia preda, occorre anche attrezzarsi per liberarla dall’amo e restituirla al suo ambiente originario. Ci sono metodi e metodi per farlo, con o senza strumenti appositi.
Tralasceremo la slamatura classica di un pesce con le dita, perché è veramente semplice e non necessita di particolari dettagli tecnici. Ci concentreremo invece nella slamatura di una qualsivoglia preda attraverso un accessorio chiamato slamatore.
Cos’è lo slamatore
Lo slamatore è uno strumento in materiale classico a forma di penna, disponibile in vari colori, misure, dimensioni, materiali. Esistono slamatori bianchi, rossi, verdi, blu, neri e di vari colori, realizzati sia in materiale plastico, sia in metallo o composito. Uno slamatore ha una punta bombata alle estremità, con un rientro quasi a forma circolare che serve per sganciare l’amo dalla bocca del pesce.
Ci sono slamatori di piccola dimensione, utili per prede di taglia ridotta (pesce di scoglio, scardole, persici, ecc.); slamatori di media dimensione che fanno la differenza con prede più grandi (carassi, carpe, cavedani, spigole, orate, cefali, ecc.) ed infine slamatori di grande dimensione che vanno perlopiù impiegati nella pesca alla trota o in condizioni di difficoltà (pesci dalla bocca molto ampia e profonda - grandi predatori, per esempio). Alcuni slamatori hanno all’interno una punta in metallo che invece ha uno scopo diverso: sbrogliare eventuali nodi su terminali e lenze madre.
Come si usa lo slamatore
Lo slamatore richiede una serie di accorgimenti per essere utilizzato correttamente. Prima di tutto, bisogna bagnare le mani per toccare il pesce. Ciò evita di comportare danni alla preda ma, soprattutto, consente un contatto sicuramente migliore. Evitate invece pezze, stracci e tutto ciò che può lacerare una preda. Come evidenziato nelle immagini, occorre quindi prendere con la mano destra ciò che abbiamo pescato. Con la mano sinistra, facciamo passare il filo attraverso la “testa” dello slamatore e manteniamo il terminale in tensione.
Senza il monofilo in tensione è molto più difficile portare avanti questa operazione. Avviciniamo lo slamatore alla bocca del pesce. L’amo potrà essere sul labbro, oppure in gola. Ciò non importa. Bisogna essere concentrati e veloci, perchè lo slamatore dovrà venire a contatto con l’amo, e noi effettueremo una pressione netta e chirurgica per sganciarlo. Tac, fatto! Il movimento è secco e preciso. Dopo aver sganciato l’amo dall’apparato boccale del pesce, liberiamo la preda e togliamo pure l’amo dalla testa dello slamatore.
E se lo slamatore non dovesse funzionare?
Ci sono casi in cui lo slamatore non riesce ad arrivare fino in gola. Magari perché abbiamo un modello troppo piccolo. Oppure la preda è molto grossa, ha ingoiato l’esca fino alla radice dell’apparato boccale e non c’è molto altro da fare. Le soluzioni sono principalmente due:
- Cambiare slamatore scegliendone uno più grande;
- Tagliare il monofilo e liberare la preda.
Nel caso di trote, carpe, spigole o grossi pesci, uno slamatore maxi può fare la differenza. Quindi non compratene solo uno, ma un ventaglio di modelli differenti può darvi sicuramente una mano anche in condizioni complesse. Se nemmeno questa soluzione dovesse liberare il pesce dall’amo, tagliate il terminale e liberatelo nel suo ambiente con l’amo ancora in bocca.
Nelle ore successive, l’acidità dei succhi gastrici o i movimenti della preda potranno “spuntare” l’amo, rendendolo privo di efficacia e libero di sganciarsi senza aver arrecato particolari danni al pinnuto. Evitate di usare pinze, pinzette e pinzoni amatoriali: ne ho viste di tutti i colori in carpodromo o nei laghetti di pesca sportiva. I pesci subivano danni irreversibili alla bocca e, in molti casi, perdevano la vita ore più tardi a causa dei traumi riportati.
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