Pesca dagli scogli: esche, canne, montature e tecniche
La pesca dalla scogliera in mare è un classico per ogni pescatore.
Rappresenta l’approccio più semplice al mondo della pesca in acque salate e, per iniziare al meglio, occorre avere una serie di rudimenti che rappresentano una base imprescindibile che non si può trascurare. Si tratta di concetti che riguardano:
- la scelta dello spot;
- l’attrezzatura;
- le esche;
- la pasturazione.
In questo articolo vedremo ognuno di questi e analizzeremo nel dettaglio ogni passaggio, così da facilitare i tanti pescatori alle prime armi che vogliono cimentarsi nella pesca in mare dagli scogli.
I migliori spot per la pesca in mare dagli scogli
Le zone di pesca delle scogliere sono sicuramente diverse: punte dei moli con scogliere artificiali, rientranze e curve, la base oppure scogliere naturali.
Partiamo da quest’ultima.
Pescare dagli scogli su scogliera naturale
La scogliera naturale è solitamente uno spot (per spot si intende posto dove pescare), che può presentare profondità variabili da pochi metri a 6/8/10 e anche oltre metri a seconda delle zone.
In questi ambiti, è possibile pescare sotto riva oppure ad una certa distanza, ma solitamente il pesce tende a muoversi non particolarmente lontano, perchè va alla ricerca di nutrimento proprio negli anfratti della scogliera.
Pescare dagli scogli su scogliera artificiale
Ci sono poi quelle scogliere costituite da ammassi di pietre posate dall’uomo durante la realizzazione di barriere frangiflutti, in particolare per moli che costituiscono porti o barriere di protezione per le spiagge.
In tal caso, bisogna distinguere la base di una scogliera da un punto intermedio, dove ci può essere una rientranza, o la punta di un molo dove la scogliera può terminare.
Pescare dagli scogli dai moli
Alla base dei moli, le scogliere solitamente presentano profondità limitate, quindi si pesca con attrezzi corti e si lancia nelle vicinanze alla ricerca di pesce che pascola in tali frangenti.
Nei punti intermedi, dove le profondità raggiungono anche i 5 o 6 metri, si pesca con quasi tutte le tecniche.
Alla punta dei moli, invece, le cose si fanno più complicate. Occorre più esperienza perchè tali punti sono più profondi, arrivando anche a raggiungere i 12/15 metri e si pesca solo con tecniche che riescono a raggiungere il fondale o prestano operatività a mezz’acqua.
Mulinelli e canne per la pesca in mare dalla scogliera
Viste le diverse circostanze in cui pescheremo, si consiglia di optare per canne che possano garantire l’applicazione di tecniche universali.
La più utilizzata, probabilmente la migliore soluzione per chi è un principiante, è la canna bolognese, un attrezzo telescopico dotato di mulinello, con una lunghezza compresa tra i 5 e gli 8 metri.
Per dare alcuni riferimenti:
- una bolognese di 6 metri è più che sufficiente;
- un mulinello di taglia 2500/3000, con bobina anteriore è di sicuro l’accoppiata vincente;
- un buon 0,16/0,18 in bobina completa l’acquisto assieme a galleggianti, piombini, monofili per terminali, ami.
Quali esche usare per pescare dagli scogli
Le esche per la pesca dalla scogliera con la bolognese sono molteplici. Vediamone alcune.
Pescare dalla scogliera con bigattino o verme coreano
Se vuoi raggiungere risultati soddisfacenti con la pesca dalla scogliera, le esche migliori sono il bigattino e il verme coreano, che garantiscono risultati in ogni condizione. Consigliamo di innescare il bigattino in modo singolo, doppio, multiplo (fino a 4 bigattini).
Il verme coreano, invece, deve essere innescato a penzoloni, per favorire il movimento in acqua che piace tanto a spigole e orate.
Altre valide esche per la pesca dagli scogli
Oltre a bigattini e vermi coreani, si possono anche innescare gamberetti sgusciati (micidiali per le boghe), gamberetti vivi (da recuperare con un guadino raschiando gli scogli), cozze sgusciate (per le orate), pan carrè (perfetto per i cefali) oppure pastelle, ovvero pratiche esche già pronte che vanno modellate sull’amo (valide per cefali, saraghi, boghe).
Le pasture per la pesca dagli scogli
Per avvicinare il pesce a riva, è necessario lanciare in acqua del “brumeggio”, detto comunemente pastura.
Non è altro che un composto di pane, formaggio, farine di pesce o altri ingredienti che, al contatto con l’acqua, tende a disgregarsi e favorisce l’avvicinamento dei pesci incuriositi dal suo “profumo".
Per la pesca dalla scogliera, oltre al bigattino da lanciare con un'apposita fionda, suggeriamo di usare pasture specifiche o, qualora non dovessero avere un nome facilmente comprensibile, ciò che conta è che siano indicate per cefali, saraghi, orate, boghe.
In commercio esistono pratici sacchetti da 1 kilogrammo o più, destinati alla pesca in superficie (boghe, salpe) oppure a fondo e mezzofondo (cefali, orate, saraghi). La pastura andrà mescolata in un’apposita bacinella, aggiungendo acqua a piccole dosi finchè non raggiungerà la corretta consistenza. Potrà essere integrata con bigattini, pasta di acciughe o appositi integratori, destinati ad aromatizzare ancor di più il composto, rendendolo appetibile alle prede.
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